Yantra e Mantra

Nelle pratiche di culto induiste, la devozione è rivolta a numerose divinità che possono essere raffigurate mediante immagini e statue, oppure possono essere rappresentate attraverso gli Yàntra, dei simboli grafici a struttura geometrica che riproducono l’essenza del dio mediante la loro forma.

Le raffigurazioni delle divinità sono, per lo più, opera dell’uomo e vengono delineate e plasmate in modo realistico. In molti casi, tuttavia, le figure divine possono essere riconosciute in diversi elementi di origine naturale: rocce, piante, cavità. Queste raffigurazioni naturali delle divinità vengono definite “aniconiche”.

Gli Yàntra, definiti anche “diagrammi geometrici”, non sono raffigurazioni, ma rappresentazioni delle divinità. Essi appartengono all’antica tradizione religiosa dei Veda, che ha derivato dal Tantrismo i simboli che li costituiscono: il punto centrale, il cerchio, il triangolo, il quadrato, i petali del loto. Mediante la composizione di questi simboli, gli Yàntra riassumono nella loro struttura geometrica tutti gli aspetti energetici di una specifica divinità: costituiscono quindi dei “teogrammi”, delle rappresentazioni della divinità attraverso simboli grafici. Essi vengono utilizzati spesso durante le pratiche di meditazione.

Nelle figure geometriche degli Yàntra risiede la divinità, che può essere evocata in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo per loro tramite. Durante le meditazioni con gli Yàntra, la divinità viene evocata pronunciando delle formule rituali, chiamate Màntra.

I Màntra sono costituiti da suoni concatenati, che generano sillabe e danno vita a parole, le quali possono avere un significato linguistico specifico e profondo. Tuttavia, nei Màntra l’aspetto più importante e fondamentale è costituito dalle vibrazioni che i singoli suoni producono in chi li pronuncia e in chi li ascolta.

Una caratteristica molto interessante e significativa dei Màntra è che, nella maggior parte dei casi, essi sono espressi in sanscrito, l’antichissima lingua dell’India.

Il sanscrito, la cui origine si perde nella notte dei tempi, viene considerata la “lingua divina”, la lingua attraverso la quale Dio stesso si esprime. È stato riconosciuto che essa è alla base di molte lingue, antiche e moderne, dell’Asia centrale e dell’Europa. Si dice anche che il sanscrito sia una lingua carica di Pràna, di energia vitale. Dal mio personale punto di vista, ritengo che il sanscrito sia una lingua dai suoni affascinanti e molto belli.

 

Nella tradizione dello yoga, il Màntra più sacro e più diffuso è Om. Questo semplice e potente Màntra viene spesso recitato da solo, ma in moltissimi casi con esso si dà inizio alla recita di numerosi altri Màntra più complessi.

Il Màntra Om è il suono originario, la vibrazione primordiale che ha dato origine alla creazione. Tutto il creato è ritenuto una manifestazione di questo suono primordiale.

Om racchiude in sé i tre aspetti della Trimùrti (la “trinità” indiana, formata dalle tre figure divine di Bràhmā, Visnù e Śìva, in triplice e unica forma) che rappresentano i momenti costitutivi del ciclo cosmico:

  • Brahman, la creazione,
  • Vishnu, la conservazione,
  • Shiva, la trasformazione.

 

Il suono del Màntra Om deriva dalla contrazione delle sillabe A – U – M. Nella religione induista le tre sillabe corrispondono e rappresentano i tre stati della coscienza umana:

  • A” indica la vita nello “stato di veglia” della coscienza, nel quale la coscienza individuale si muove verso l’esterno dell’essere. Questo stato è comune a tutti gli uomini.
  • U” indica la vita nello “stato di sogno” della coscienza, nel quale la coscienza individuale si muove verso l’interno dell’essere. Colui che si trova in questo stato è un essere in equilibrio.
  • M” è la vita nello “stato di sonno” della coscienza, nel quale la persona non ha né desideri né sogni. Questo stato è il superamento dei due stati precedenti.

Le tre sillabe A – U – M, riunite e recitate nel Màntra Om, introducono infine a un quarto stato della coscienza, lo “stato assoluto”, totalmente trascendente, che costituisce l’unità sostanziale dei primi tre stati e corrisponde al “suono silenzioso” che segue i tre suoni del Màntra: è il silenzio della contemplazione.

La recita del Màntra Om proietta l’uomo nella dimensione trascendentale del silenzio.

 

Significato del simbolo Om

Il noto simbolo grafico con cui viene rappresentato il Màntra Om reca in sé tutti gli elementi che il suono stesso esprime:

La curva più ampia e aperta (in basso a sinistra) rappresenta lo “stato di veglia”. Questo stato di coscienza è rivolto verso l’esterno dell’individuo: la coscienza fa esperienza del mondo reale attraverso i cinque sensi. È il più comune stato della coscienza umana.

La curva quasi del tutto chiusa, posta accanto alla precedente (in basso a destra), indica lo “stato di sogno”. In questo stato la coscienza è volta verso l’interno dell’individuo: il sognatore sperimenta un mondo dietro gli occhi chiusi. Questo stato è collocato tra lo stato di veglia e lo stato di sonno.

La terza curva aperta, posta al di sopra delle prime due (in alto a sinistra), indica lo “stato di sonno profondo”. In questo stato l’individuo è chiuso in sé, senza desideri né sogni: la coscienza cessa ogni attività.

Il breve semicerchio lunato posto in alto (sulla destra) rappresenta l’illusione (Màya): illusione è tutto ciò che si incontra nel cammino verso l’evoluzione spirituale. Essa si frappone tra gli stati “inferiori” della coscienza e lo stato più elevato, rappresentato dal punto. Il semicerchio non tocca il punto: questa distanza indica che lo stato più alto della coscienza non è toccato da Màya.

Il punto, posto alla sommità del simbolo (in alto), indica il quarto stato della coscienza, il più elevato, lo “stato assoluto”. In questo stato la coscienza non guarda né dentro né fuori di sé: è uno stato di quiete e pace, uno stato di coscienza pura. È il fine ultimo di tutta l’attività spirituale.

 

I benefici del cantare l’Om

Innumerevoli sono i benefici che il canto e la recita del Màntra Om apportano all’individuo:

1) Una maggiore prontezza mentale.

Una ricerca ha dimostrato che il canto dell’Om può migliorare l’attenzione, anche quando si è in uno stato di rilassamento. Questo fatto è denotato anche dalla riduzione della frequenza cardiaca.

2) Un miglioramento delle funzioni polmonari.

Uno studio ha esaminato gli effetti congiunti del canto dell’Om e del Bhramàri pranayàma (una tecnica yoga di respirazione, il cui nome significa “respiro dell’ape ronzante”) sulla funzione polmonare di 82 individui sani. Essi hanno praticato ogni giorno sia il Bhramàri pranayàma che il canto “Om” per cinque minuti ciascuno, sei giorni alla settimana, per un periodo di due settimane. Al termine dell’esperimento, questo gruppo ha mostrato significativi miglioramenti di varie funzioni polmonari rispetto a un secondo gruppo di controllo.

3) Un potenziale sollievo per stress e depressione.

La vibrazione, che si suscita cantando l’Om, stimola i nervi di tutto il corpo e influenza il cervello. I ricercatori hanno osservato una significativa disattivazione limbica durante il canto dell’Om, rispetto a quanto osservato in un cervello in semplice stato di riposo. Osservazioni simili sono state fatte durante alcuni trattamenti utilizzati per la depressione e l’epilessia: questo ha suggerito la possibilità che il canto dell’Om possa essere impiegato nei trattamenti clinici per queste condizioni.

4) Un aiuto a disintossicare il corpo.

La meditazione aiuta a ridurre lo stress, l’ansia e le preoccupazioni. Cantare l’Om durante la meditazione aiuta anche a disintossicare il corpo, a regolarizzare la circolazione del sangue e a fornire più ossigeno a tutti gli organi. Un costante processo di respirazione profonda, accompagnato con le vibrazioni dell’Om, aiuta a liberarsi delle tossine.

5) Un aiuto per il cuore e per l’apparato digerente.

Oltre a regolare il flusso del sangue nelle diverse parti del corpo, il canto dell’Om aiuta anche a controllare la pressione sanguigna. Grazie alla disconnessione dal mondo e dalle preoccupazioni, il battito cardiaco e la respirazione si normalizzano: questo rende il cuore più efficiente nel suo lavoro. Grazie alle vibrazioni dell’Om e la pratica della respirazione profonda, anche il sistema digestivo diventa più forte ed efficiente.

6) Un miglioramento della qualità del sonno.

Lo stress e uno stile di vita frenetico influiscono negativamente sulla salute delle persone e sui ritmi del sonno. Coloro che meditano e cantano l’Om prima di dormire, possono godere del sonno con una mente pacificata: i ritmi del sonno gradualmente si regolarizzano e la sua qualità migliora.

7) Un controllo sulle proprie emozioni.

A causa di ansie o preoccupazioni, molte volte non si riesce controllare la rabbia, la frustrazione, l’irritazione, la tristezza o la delusione. Cantare l’Om migliora la coscienza di sé e rafforza la mente: questo consente di analizzare le situazioni in modo migliore e di reagire ad esse in modo più razionale. Il benessere della mente rende più empatici verso gli altri e migliora i processi di pensiero.

8) Un aiuto a sbarazzarsi delle negatività.

La mente dell’uomo è abituata ad attrarre cose negative: in determinate situazioni di difficoltà spesso si immaginano unicamente conseguenze spiacevoli. Anche la legge di attrazione afferma che quando il pensiero è pervaso da negatività, invia vibrazioni negative all’Universo, che le rimanda nuovamente alla mente in forme negative. Quando si canta l’Om, concentrandosi su se stessi, l’anima allontana le negatività e aiuta l’individuo ad interagire solo con persone positive. Si inizia automaticamente a saper distinguere tra cose negative e cose positive.